Lucio è di Corinto: la variazione rispetto al modello è probabilmente dovuta al fatto che Corinto è più nota al pubblico romano, anche come simbolo di relazioni tra la Grecia e Roma (delle quali il romanzo stesso è un esempio, essendo una storia greca adattata per un pubblico romano). La trasformazione a Ipata e i successivi spostamenti in Tessaglia corrispondono all’Onos; la ritrasformazione avviene però a Corinto (in realtà Cencre, cittadina portuale poco distante). Anche in Apuleio, quindi, i viaggi di Lucio hanno una struttura «ad anello», anche più significativa rispetto all’Onos.
Alla fine del romanzo c’è un inatteso spostamento a Roma, che quasi certamente è un’innovazione apuleiana: la capitale dell’impero, infatti, non compare mai nei romanzi greci, che evidentemente preferivano ignorare la realtà imperiale che limitava l’indipendenza della Grecia. Il nome di Lucio, in realtà, potrebbe essere considerato un’eccezione: non è impossibile pensare che un greco potesse provare un certo piacere nel leggere di un romano trasformato in asino. Se è così, comunque, Apuleio rovescia la prospettiva: a Roma, Lucio inizia una brillante carriera da avvocato, e migliora significativamente la propria condizione rispetto all’inizio del romanzo.